Vi spiego perchè ora #jesuischarlie

Premesso che nel gennaio 2015 a seguito dell’attentato nella sede del giornale parigino non riempii la mia pagina di hashtag inneggianti alla mia appartenenza morale ad un giornale che fino a quel momento non avevo mai sentito nominare (e non lo dico per vantarmi, anzi tutt'altro), premesso anche che la vignetta appena pubblicata sul terremoto in Italia non mi fa ridere, non mi fa riflettere, non mi fa arrabbiare, ma mi fa soltanto schifo, e questo è gravissimo, poiché sono la persona che conosco con il più elevato senso dell’umorismo, a cui fanno ridere di gusto la maggior parte delle battute politically scorrect, (si, lo so che non si dice e che scorrect non esiste in inglese anche se l’ho googlato per essere sicuro, ma l’ho scritto proprio per farvi capire quanto sono simpatico quando mi ci metto), premesso tutto questo dicevo, questa volta mi viene voglia di tempestarvi di #jesuischarlie.

E si signori miei, vogliamo la libertà d’espressione? Vogliamo che i nostri figli alla tenera età di dodici anni ci dicano “non mi rompere il cazzo” e poterne addossare la colpa alla scuola e al “sistema” (non quello del superenalotto)? Vogliamo che Mario Adinolfi, ex deputato, ex blogger, ex sostenitore delle unioni gay, ex marito e ora risposato nella Santa Chiesa Cosmopolitan Hotel di Las Vegas tra una partita di Poker e l’altra di cui è giocatore, non credo ex, professionista, ci parli di rassegna stampa e Vangelo tutte le mattine su face book sotto il simbolo del partito-movimento da lui fondato “Popolo della Famiglia”? Il quale forse esprimerà solidarietà con le mie posizioni perchè nonostante sia diventato un fondamentalista cristiano rimane, credo, uno strenuo sostenitore della libertà di pensiero ed espressione.  Ebbene vogliamo poter buttare la mozzarella scaduta senza toglierla dal suo involucro di plastica nel sacco dell’umido “tanto alla fine sappiamo che scaricano tutto insieme”? Vogliamo rivendicare la libertà di fare battute su Maometto, Gesù Cristo o qualsiasi supereroe della Marvel? Vogliamo questa straordinaria vita in cui tutti possono riempire e riempirsi di parole, immagini di dubbio gusto e utilità, dove tutto quello che viene trasmesso, digitato e “postato” ha costruito una sorta di coscienza comune di cui sono testimonianza le espressioni “il web pensa che”, “il trend topic è”? In cui si dimentica che commentare #sticazzi alla notizia dell’ultimo vertice  italo-franco-tedesco non significa essersene fatti un’opinione sui contenuti?

Vogliamo questa libertà di pensiero e parola? Proprio questa intendo. Esatto, quella delle condivisioni delle immagini dei barconi con sotto la pioggia di commenti  “che stiano a casa loro questi negri del cazzo, spariamogli con le portaerei”. E non pensare che non ti riguardi perché questa roba qui sei anche tu. Perché se non l’hai detto almeno una volta, naturalmente scherzando, lo sappiamo che tu non lo pensi davvero, sicuramente l’ha detto il tuo vicino di casa, il tuo amico da una vita che sì è un po’ razzista ma in fondo non è cattivo, il tuo compagno di calcetto che vedi due volte a settimana per cui non si può considerare prorpio un amico vero, oppure lo dice tuo padre o tuo nonno che è tanto buono, ha fatto anche la guerra, solo che non ha potuto studiare poverino non si può pretendere, non è colpa sua.

Poverino un cazzo, tu, tuo nonno ed io: #jesuischarlie .




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