Dove ci "porterà" la Rete?

In realtà prima di poter rispondere a questa domanda, bisogna capire dove Internet ci ha già portato. Certo di strada ne è stata fatta molta da quando nel 1963 il progetto ARPANET ha visto le sue prime teorizzazioni e i cambiamenti a livello meramente gestionale del mezzo sono stati considerevoli. Quello che in questa analisi ci interessa però capire è quali vantaggi o svantaggi, il nuovo medium ha introdotto nella società in cui viviamo.
La situazione attuale è che in tutti gli stati del mondo è ormai possibile connettersi alla Rete, però con evidenti dislivelli e lacune dal punto di vista dell’accessibilità alle masse. Se infatti per il mondo occidentale possiamo parlare di Internet come mass medium, per quanto riguarda l’area dei paesi in via di sviluppo e ancor più per quelli sottosviluppati, questa certo non può considerarsi una definizione corretta.
Possiamo quindi constatare, che se da un lato ci troviamo di fronte ad un continuo miglioramento delle tecnologie collegate al mezzo, dall’altro ci troviamo di fronte ad un sempre crescente distacco dallo stesso. Se infatti il “Nord” del mondo, viaggia a “ritmi informatici” frenetici, il resto del globo pare, a seconda delle aree, rimanere sempre più indietro e tagliato fuori da tutte quelle agevolazioni che la digitalizzazione sembra portare con sé. Il problema oltre ad essere di carattere etico, è anche e soprattutto di tipo economico. Essenzialmente perché al giorno d’oggi Internet è anche tra i canali principali per la conclusione di transazioni economiche, e inevitabilmente chi non può accedervi, paga il prezzo dell’esclusione. Inutile dire che se da un lato troviamo chi dedica la propria competenza per fare in modo che la situazione non rimanga la medesima, dall’altro troviamo chi coglie la palla al balzo e fa della difficoltà degli altri il proprio vantaggio. La Rete dunque ci ha già portato di fronte a una situazione di squilibrio tra continenti, stati, regioni, popoli e persone, senza l’apparente possibilità di dare una svolta drastica a tale tendenza, poiché se da un lato sembra in pieno svolgimento una progressiva tanto inesorabile corsa al progresso, dall’altro pare di constatare una stagnante situazione di disagio con minimi cenni di miglioramento, spesso dovuti agli sforzi di piani internazionali o associazioni umanitarie che cercano di colmare il digital divide sul campo.
L’informatizzazione e Internet quindi, da questo punto di vista rappresentano un fattore di divario sociale notevole.
Da un altro punto di vista però, c’è da notare che le persone “connesse” hanno davanti a loro un mondo di possibilità nuove e infinite. La Rete infatti ha cambiato il modo di concepire l’informazione. L’ha resa di reale dominio pubblico e soprattutto se non del tutto opinabile, quantomeno indipendentemente verificabile nei tempi di un clic, facendo del cittadino un possibile reporter o interlocutore del circuito informativo. Chi dispone di un pc è infatti pienamente consapevole della semplicità con cui può verificare una data notizia o di quanto velocemente possa comunicare una sua visione dei fatti al “resto del mondo” attraverso un weblog personale, piuttosto che un sito o un commento su un forum (sarà poi il “resto del mondo” a decidere se vale la pena di leggere la sua opinione, quanto peso darci e se eventualmente diffonderla).
Internet ci ha portato in casa la possibilità di interloquire con persone di altre nazioni, di parlarci e vederle tramite web cam, insomma di addentrarci in scambi culturali e sociali che probabilmente prima non avremmo mai fatto o li avremmo vissuti in quantità più limitata.
C’è anche chi considera questo modo di comunicare privo di “umanità”, ovvero che si stia trascinando la società in una sorta di meta società alienata da se stessa, in cui tutti possono comunicare con tutti, ma nessuno riesce più a stabilire un contatto umano non digitalmente inteso, in cui la perdita dei valori che solo il mondo “reale” può insegnare sia il destino inevitabile. Si potrebbe obbiettare che Internet è il mondo reale, poiché ne fa parte e dato che proprio da quel mondo è nato, allo scopo di metterlo ancor più in contatto. Anzi che sono determinate forme di insicurezza personale, modi di vivere o addirittura patologie, che trovano nel medium Internet una sorta di meta società in cui rifugiarsi, un’avanguardistica e “digitalizzata maschera” pirandelliana dietro proteggersi.
Comunque al di là dei seppur interessanti risvolti patologici del medium Internet, è importante notare come la sua diffusione abbia portato a chi ne fa un uso cosciente e ragionato, la possibilità di veder più tutelato, il proprio diritto all’informazione, inteso almeno come la possibilità di visualizzare in breve tempo descrizioni o opinioni contrastanti in merito ad uno stesso evento, nonché di comprovare e risalire alle fonti dirette.
Stiamo andando quindi verso un futuro i cui esatti risvolti a livello tecnologico non sono prevedibili, e nascondono dei lati bui (basti pensare al problema degli hacker in Rete o alla possibilità di essere costantemente monitorati durante l’utilizzo del pc), ma certamente se ci si impegnerà a portare Internet realmente in ogni contesto sociale, e a fornire a tutti gli strumenti per poter accedervi, ne guadagnerà ulteriormente la libertà di parola, pensiero e informazione, e magari si arriverà (anche se ora è utopico pensarlo) ad un concreto, perché effettivamente possibile, dialogo globale, in cui tutti possono essere gli interlocutori di tutti.
Share this article :
 
 
Support : Creating Website | Johny Template | Mas Template
Copyright © 2011. hofattotardi - All Rights Reserved
Template Created by Creating Website Published by Mas Template
Proudly powered by Blogger