God Bless America

Mio nonno non ha mai amato gli americani, e certo non inizierà ad amarli con Obama, ma oggi mentre mangiava il tacchino e si diceva contento che fosse un giorno feriale e che quindi stavamo facendo loro una specie di dispetto, mi ha detto che è soddisfatto di come sono andate le votazioni. Sono d'accordo con lui. Mi è piaciuta la vittoria di Obama, mi è piaciuto il suo primo discorso da presidente designato, mi sono piaciute le migliaia di persone nelle piazze di tutto il mondo, mi è piaciuto moltissimo ascoltare le parole del grande sconfitto Mc Cain che forse più della vittoria del rivale mi hanno fatto intendere la grandezza del sistema democratico americano. Vedere che uno sconfitto si complimenta sinceramente con il contendente, si mette a disposizione e pronuncia le parole "io ho sbagliato" non è cosa da tutti i giorni, certo non è cosa da italiani. Infatti nel Bel Paese abbiamo preso la palla al balzo e abbiamo utlilizzato la corsa alla Casa Bianca per strumentalizzazioni di bassisima lega, da una parte e dall'altra, abbiamo continuato a sbagliare. Obama e Mc Cain, oltre a farci vedere che "il sogno americano" è ancora vivo e vegeto ci hanno dimostrato che la politica è un affar serio, che le elezioni sono un punto di partenza per chiunque le vinca, un braccio teso del popolo che tocca la spalla di chi viene designato, sono un giudizio inappellabile.
Le elezioni in America sono elezioni e basta, in Italia sono un intermezzo di una campagna elettorale costante e confusa, di un gioco al discredito e al massacro.
L'America, con le sue contraddizioni, con le sue follie, ci ha comunque dato una lezione di stile, di democrazia e di lealtà politica.
Allora, non se ne dispiaccia mio nonno, viva Obama, viva l'America, viva gli americani e via "il sogno americano".
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