Che botta

Cari amici, questo soggiorno romano più che soggiorno è stato "bagno"....a causa di una bella intossicazione alimentare...non aggiungo altro!

Per il resto non molte novità, se non che qualche mio pezzo lo potrete leggere sull'Avanti, per ora quello sul figlio di Bossi, già apparso nel blog ma rivisitato. Lo trovate qui: "La trota e le lezioni private di Bondi".
 

Discorsi da bar

-Smettila di ringraziare!
-Ma io non ringrazio proprio nessuno.
-Invece sei sempre li a dire grazie a tutti quelli che ti offrono qualcosa. Ti rincoglioniscono di parole e tu alla fine li ringrazi pure. Gli dici si hai ragione, forse mi sbaglio io, forse hai ragione tu.
-Ma io veramente...
-Veramente niente! Proprio un bel niente. Non è vero quel che ti raccontano, non è vero quel che ti danno, hai notato ad esempio le cose che compri? Si rompono tutte. Compri la tv al plasma Hd ready, full Hd, super Blu Ray, per vedere come se fosse nella realtà e non vedi un cazzo perchè si spacca, mentre la tv, quella vecchia, quella che sembra una lavetrice che tu hai messo in camera degli ospiti o in taverna, quella funziona sempre, non si rompe, la puoi lanciare dal secondo piano e lei va al primo colpo, magari dai due botte al telecomando per girare ma va.
-E con questo? Cosa c'entra la tv?
-Centra perchè la tv è un esempio, un esempio stupido per una società stupida, dove gli stupidi ti raccontano la morale, frequentano i salotti e gli intelligenti sono ancora più stupidi perchè decidono di non parlare, snobbano la discussione.
Gli intelligenti comprano la tv al plasma, l'Iphone, le scarpe fatte a mano, si siedono al bar con il giornale, bevono un bicchiere di vino, scambiano due parole con il primo che passa, tanto l'uno vale l'altro perchè sanno di non poter essere capiti e quando gli chiedi "cosa ne pensi della riforma Gelmini?" ti guardano con l'aria snob, con un sorrisino stitico tra le labbra inarcate a formare un ano e ti rispondono "guarda non dico nulla perchè altrimenti mi rovino la giornata".
-Io non capisco.
-Lo so che non capisci, io questi qui invece li prenderei a schiaffi, dalla mattina alla sera, loro e tutti quelli che nella vita non hanno capito che al bar non succede mai niente e che il giornale è carta straccia se non ti fai un'idea di quello che hai letto. E tu sei uguale!
-Che cazzo dici perchè?
-Perchè sei li che non sai se sei fascista, se sei comunista, non capisci un cazzo, ma non è colpa tua, è colpa nostra che abbiamo sposato il consenso celebrale, abbiamo trasformato la dialettica in spettacolo, abbiamo tolto alla comunicazione un interlocutore e voi siete l'aborto che ne esce. Una massa informe di ragazzi che non sa da che parte stare.
-Perchè tu sapresti da che parte stare?
-Certo cazzo. Ma qui non si tratta di stare da una parte o dall'altra, il vostro problema è che non state per niente. E la maggior parte di quelli che ci provano sono capre nelle mani degli stupidi. E tutti dietro da una parte e dall'altro.
-E quindi? Cosa bisogna fare secondo te?
-Non so va, lasciamo stare. Ne bevi un altro tu?
 

Accomodati, buona visione.

Tempo incerto, tempo povero.
Mi capita in questo periodo di trovarmi tra le mani e leggere, per un motivo o per un altro, romanzi ambientati in epoche storiche più o meno vicine. Dalla Spagna franchista, alla guerra di secessione americana, dagli orrori della seconda guerra mondiale, all'epoca delle grandi scoperte geografiche. Tutte queste "storie non comuni" sono condite puntualmente da una grande vicenda amorosa, non necessariamente tra persone, anche rivolta ad un ideale, per il quale il protagonista sembra pronto a morire. Poi non muore naturalmente, perchè la storia, quella letteraria almeno, mi ha insegnato che chi più è disposto a sacrificare la propria vita per una causa, solitamente è l'unico a sopravvivere ad essa, nel senso di stà poi, triste e solo con il suo obiettivo raggiunto, con i soli ricordi messi li a fare da interlocutore.

Mi chiedo allora, alla luce di questi travolgenti fatti, che storia stiamo costruendo, noi, in Italia, in che direzione stiamo andando. Certo non mi mancano né guerre né catastrofi per accendere una fiamma silente, però un ideale, per lo meno da guradare negli occhi di qualcuno che ci crede davvero si. Tanto per sentire almeno di riflesso il fuoco.
Sarà davvero che ci siamo trasformati da cittadini a spettatori, anzi da cittadini a telecittadini, perché la politica la subiamo da monitor LCD e al plasma sempre più grandi e sofisticati, e ancor peggio ci illudiamo di farla con il telecomnado in mano, passando con il pollice da Porta a Porta a Matrix. Incredibile, il dito opponibile che ci ha fatto fare lo scatto evolutivo, ci stà riportando all'età della pietra, cerebralmente, anzi "idealmente" parlando.

Mi chiedo in fine cosa dirà chi verrà, anzi, cosa gli diremo noi prima di lasciare le chiavi: "benvenuto, è tutto in ordine, chiedi e ti sarà dato, nei limiti è chiaro, senza esagerare. Quello è il divano, te l'ho scaldato, accomodati, buona visione".
 
 
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