Famiglia Ferroraro parte terza

Cari amici ma soprattutto care amiche, qui intenet non sà prorpio da fare, comincio ad irritarmi come quando fai un tuffo in mezzo alle meduse, non tanto per l'astinenza da siti a carattere osceno come penserete voi, quanto per il fatto di dover andare sempre a questo internet point che puzza di cane bagnato in via di decomposizione.
In più non posso fare gli aggiornamenti che vorrei perchè non riesco a programmarli e non posso mettermi qui a caricare video e foto, ecco perchè vi è andata bene e non vi dovrete assorbire il reportage del concerto di Jovanotti e del mio tour tra Perugia, Assisi e Spoleto.
Tra l'altro ho letto che Jovanotti è volato dal palco sfracellandosi al suolo nel concerto che ha fatto il giorno dopo quello che ho visto io, cazzo che peccato...non essere stato lì.

Intanto vi regalo la terza e non ultima puntata della sitcom romana del momento "Famiglia Ferroraro", unica puntata di cui non ho curato la regia ma devo dire veramente divertente, forse la più divertente...per un riepilogo delle puntate precedenti andate QUI e spulciate tra i video.
Per la regia di Alberto in arte Sberla (che da oggi sarà anche nei link del blog), ecco a voi "Famiglia Ferroraro parte terza".
Per i fan più accaniti presto saremo in DVD nelle peggiori edicole.

 

Pazientate gente

Dovete attendere ancora un pochino per gli aggiornamenti perchè Tiscali continua a non considerarmi. Domani mi presenterò da loro con lo stesso spirito con cui re Leonida combattè per respingere gli invasori. Intanto continuate a frequentare i soliti sitacci che conoscete....
Torno presto, tiscali permettendo...

Chili non ho guardato il nome che hai messo nel commento perchè immagino sarà sicuramente una maiala, non che non mi interessi capiamoci ma sono in un internet point di mussulmani convinti, non vorrei scatenar una guerra santa...quindi purtroppo anche per le maiale dovremo attendere...
 

Silvietto mi ha letto

Avete visto? Sentito? Berlusconi dopo aver letto Hofattotardi (il post precedente) ha detto, durante il discorso davanti ai suoi onorevoli colleghi, rivolto al "principale esponente del partito a lui avverso", che un dialogo con l'opposizione per il bene del Paese "si può fare". E io che credevo che questo blog fosse poco frequentato e soprattutto da sporchi comunisti!
 

Se pò fà ma nun sè fatta

Io non ho detto niente. Ma non perchè non ci fosse nulla da dire, ma perchè non avrei saputo dirlo tanto bene. Nel senso che spigare la sconfitta del PD, e la batosta della sinistra radicale , è facile fino ad un certo punto. Diciamo che il problema sta nel fatto che è tutto andato come doveva andare, si diceva che il Pdl avrebbe vinto con un'ampia maggioranza e così è stato, che gli italiani avrebbero punito la sinistra tassatrice e importa clandestini e così è stato, solo che a dire il vero nel carro, che oggi è quello dei vincitori, ci si toccava, e nemmeno tanto di nascosto, le palle quando si sentivano questi discorsi, perchè in fondo quel "Si può fare" aveva turbato più di qualcuno nell'ambiente, nel senso: " vuoi che sti stronzi ci credano davvero!? non vorrai mica che ci ritroviamo con uno sputo di senatori in più e non riusciamo a governare?". Quindi nulla di strano se per i palazzi e tra la gente i Pdl-liani (Pidielliani, vediamo se sto termine fa presa e finisco sul vocabolario della Crusca) giravano sorridenti ma con una mano in tasca. Alla fine però tutto bene, si è potuto dire che "se ai cittadini viene data la possibilità di avere le idee chiare, la legge elettorale va bene", quindi si è salvato il Porcellum e in fondo al foglio protocollo si è potuto scrivere Cdv. E' chiaro che c'è molto di più nella pesante sconfitta di super W. V. , ed è per questo che vi consiglio di dedicare 10 minuti del vostro tempo al video qui sotto. Sarà illuminante per tutti i delusi e non di queste elezioni, e per gli osservatori della res publica in genere. In pochi minuti ci sono tutti i perchè! I perchè dal basso che avevano illuso più di qualcuno e fatto urlare "Se pò fà".

Lui è Zoro al secolo Diego Bianchi, blogger e molto altro non che sostenitore del Pd. E' stato anche ospite a Matrix dove hanno proposto questo video.

 

Tag generation

Una volta c'erano i metallari, i paninari, gli hippy e quant'altro, oggi c'è di tutto un pò. Chi si veste da rappettaro, chi da fighetto, da dandy e chi più ne ha più ne metta. Tutto lecito per carità. Il problema è dei posteri. Che nome daranno alla nostra generazione? Qualcuno l'ha provata a chiamare la generazione di internet, altri del computer, altri ancora del Grande Fratello, delle veline e calciatori. Insomma una e più generazioni vicine che sembrano avere molte più identità di quelle che riuscivano a vestire in passato, anche perchè in questo caso nessuna sembra escludere categoricamente l'altra. Allora perchè non chiamarla Generazione Tag o Tag Generation, che fa più figo, dato che siamo anche quelli che per dire facciamo una riunione diciamo meeting, oppure in azienda parliamo di break even, insomma siamo quelli che devono per forza parlare come mangia qualcun altro.
Siamo la Generazione Tag, Etichetta, nel senso che qualsiasi potrebbe andare bene e non è definitiva, la possiamo cambiare, integrare o rinnegare quando ci pare. Noi possiamo avere tutto e diventare tutto, ce lo ripetono in continuazione, da quando siamo nati e da quando siamo diventati dei consumatori ( E' tutto in torno a te). In parte è vero. Tutti ad esempio possono laurearsi, i costi italiani lo permettono e l'incompetenza delle riforme scolastiche unita al pressapochismo nel giudicare di molti professori pure. Ogni anno insieme a persone preparatissime in Italia si sfornano migliaia di diplomati e laureati caproni, ignoranti e arroganti che pretendono un ruolo adeguato per il loro titolo di studio, non per il loro livello di preparazione. Il problema è delle etichette? Forse si. Se ce ne mettiamo troppe, e se ci facciamo convincere che le possiamo indossare tutte o che possiamo in un momento cambiare la nostra condizione, finisce che finiremo per crederci davvero. A quel punto tutti pretenderanno di più ma senza fare nulla di concreto per ottenerlo, le scuole continueranno a sfornare imbecilli che cozzeranno con i preparati sul posto di lavoro, la classe politica continuerà ad essere la stessa perchè dovrà solo preoccuparsi di buttare un pò di mangime nel pollaio e la premiata ditta Mora-Corona avrà carne e anime sempre più fresche da macellare. Per favore svegliatemi. W i paninari.
 

A proposito di ritorni e partenze

Sto leggendo un libro, che è una raccolta di articoli di Pino Cacucci, giramondo scrittore , traduttore e sceneggiatore (ha curato la sceneggiatura del film Puerto Escondido), tra le tante frasi e descrizioni leggere che con rara bravura riescono a trasportarti in un luogo, una in particolare mi ha colpito, quella relativa ad una riflessione su un ritorno a casa, dopo un lungo periodo di "latitanza".
Mi sembra che calzi molto con gli umori del post precedente:
"Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove."

P.S. Il libro si intitola "Un pò per amore, un pò per rabbia" è edito da Feltrinelli e costa 18 euro, ma se volete solo leggere questa frase non serve che lo compriate perchè è scritta sul retro...
 

Il ritorno in patria

Sono a Pordenone, questo significa che non mi hanno ancora allacciato internet a Roma, ma che posso finalmente in questi giorni aggiornare il blog per la felicità del Dema.
Ora non mi dilungo perchè sto aspettando Mariutti e il Marzu per andare a bere un "tajut" in sagra a Casarsa, visto che è l'ultima sera e fanno i fuochi.
Comunque si sta proprio bene a casa, solo il fatto di poter raggiungere ogni luogo senza dover prendere tremila mezzi pubblici e perdere un' ora mi rilassa un casino, poi però è anche bello poter ripartire tanto per ridire "che bene che si sta a casa". Viva.
Mi alletterebbe andare a trovare il mio amico Dema a Prigi ma non ho una lira, per cui se volete aiutarmi in questa impresa contattatemi e vi lascerò il numero della mia poste pay per farmi una donazione. Si accettano versamenti a partire da 100 euro in su, in caso di mancato raggiungimento della cifra necessaria al viaggio i soldi raccolti saranno devoluti all'associazione Amici Di Alessandro che si occupa di mantenere i Bar della provincia pordenonese.
 
 
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